La Zingaresca è una rappresentazione drammatica in versi, a carattere prevalentemente comico,che si svolge di regola durante il Carnevale.
Ha avuto origine fra Cinque e Seicento, e in quel periodo si diffuse un po’ in tutta Italia, sia come spettacolo teatrale,sia come fenomeno letterario ed editoriale, con una notevole produzione di opuscoli a stampa.
I testi vengono declamati scandendo i versi su accenti fissi, come in una cantilena. L’effetto che ne deriva è quello di una recitazione straniata quasi totalmente priva di espressività.
Nel passato si è fatta una certa confusione attorno al termine “Zingaresca”, che ha finito per comprendere due generi indipendenti l’uno dall’altro: la Canzone della Zingarella e la Zingaresca drammatica vera e propria. L’identità del soggetto, la figura della zingara, accomuna solo apparentemente i due testi; in realtà in essi è presentata sotto due aspetti profondamente diversi.
La canzone della Zingarella, poemetto in quartine di ottonari a coppie di rime baciate, è infatti legata alle leggende religiose del Natale e la chiromante indovina vi compare in veste di profetessa cristiana.
Nella rappresentazione drammatica la figura della zingara assume invece le caratteristiche proprie della maschera, anche se essa, soprattutto nella produzione recente, compare raramente fra i personaggi.
Per la sua provenienza, per la lingua che parla, per la foggia degli abiti, per il colore scuro dell’incarnato, ma soprattutto per l’esercizio della magia, la zingara è una figura con caratteri fortemente esotici. Ciò ha contribuito alla sua inclusione nel novero degli spiriti diabolici del Carnevale e a decretarne la fortuna in numerosi travestimenti documentabili dal periodo rinascimentale fino agli inizi del Settecento.